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Heuer introdusse i primi cronografi automatici al mondo nel 1969, declinandoli nei modelli Autavia, Heuer Carrera e Monaco.
In breve, il brand abbandonò la classica combinazione cromatica bianco-nero degli anni Sessanta per i colori vibranti e le forme irriverenti degli anni Settanta.
La joint venture guidata da Heuer portò al lancio dei primi cronografi automatici sui mercati internazionali, con il movimento Calibre 11 (Chronomatic). I modelli automatici Autavia, Heuer Carrera e Monaco furono lanciati nel marzo del 1969 con conferenze stampa a Ginevra e a New York. Oltre all'innovazione tecnica del movimento, spiccavano le nuove casse, che dal look dei decenni precedenti, passarono allo stile radicale degli anni '70.
Tre modelli erano animati dal primo movimento automatico Heuer, ma fra questi fu il nuovo Monaco a catturare l'attenzione a livello mondiale. Il Monaco era caratterizzato da una cassa squadrata con quadranti blu o antracite: un cronografo che non poteva passare inosservato. Per il film "Le 24 ore di Le Mans", la star di Hollywood Steve McQueen volle ispirarsi allo stile del suo pilota preferito, Jo Siffert, all'epoca ambasciatore Heuer. Questa decisione spinse McQueen a indossare al polso il cronografo Heuer Monaco e il logo "Heuer Chronograph sulla sua tuta da corsa. L'audace combinazione consentì al nuovo cronografo Heuer di affermarsi a livello internazionale. La versione finale del Monaco (che i moderni collezionisti chiamano “Dark Lord”) integrava il look militare degli anni '70, con quadrante nero su cassa con rivestimento nero.
Dopo il lancio dei suoi primi cronografi automatici, Heuer iniziò ad ampliare la gamma dei modelli con linee e colori audaci.
Verso la fine del decennio, il look divenne più elegante con casse sottili e linee raffinate.
Fra gli audaci cronografi automatici lanciati da Heuer figuravano il Calculator, che integrava un regolo calcolatore circolare, e il solido Montreal, con quadranti di colore blu, bianco, nero e champagne. Il Silverstone celebrava il circuito di Formula Uno inglese, con quadranti di colore rosso, blu o fumé. Heuer sperimentò le casse monoscocca, utilizzando la fibra di vetro per il modello estremamente esotico Temporada.
Il Dipartimento Elettronico Heuer sviluppò il Centigraph, un sistema di cronometraggio utilizzato dalla scuderia Ferrari. Questo sistema consentiva alle scuderie automobilistiche di misurare i tempi dei loro piloti con grande precisione. Grazie a una precisione di lettura dei tempi a 1/1.000 di secondo, il Centigraph permetteva a un team di cronometrare più auto, segnalando il numero di giri, il tempo dell'ultimo giro e il tempo totale e stampandoli sul momento. Ben presto altri team divennero clienti della Maison, così vennero aggiunte caratteristiche speciali.
Heuer sperimentò per la prima volta il cronometraggio elettronico con le principali scuderie mondiali, e ben presto questa tecnologia fu introdotta anche per i cronografi. Il Chronosplit del 1975 appariva come un simpatico robot, con le doppie indicazioni per le funzioni cronografiche e segnatempo. Il Manhattan aveva un look molto più radicale, con la cassa esagonale caratterizzata da indicazioni analogiche e digitali. Tuttavia, questi nuovi cronografi si trovarono ad affrontare grandi sfide, a causa dei difficili tassi di cambio tra il franco svizzero e il dollaro statunitense e a causa degli orologi al quarzo giapponesi di nuova concezione.
Dopo gli eccessi dei primi anni '70, verso la fine del decennio Heuer optò per design più raffinati ed eleganti. I modelli Cortina, Jarama, Monza e Verona celebravano alcune destinazioni rinomate per le corse automobilistiche o per altri sport. I modelli Daytona e Kentucky catturavano l'entusiasmo dei circuiti e delle piste negli Stati Uniti, dedicati rispettivamente alle auto da corsa e ai cavalli. I modelli presentavano casse più sottili, molte delle quali con bracciali integrati in acciaio, ideati per lo sport o per le mise più eleganti.
Il catalogo Heuer del 1978 era ricco di cronografi automatici ed elettronici, ma nel 1979 l'azienda lanciò i robusti orologi da immersione che ne avrebbero consolidato definitivamente la reputazione. Dopo aver iniziato con pochi modelli, il catalogo degli orologi da immersione si estese a decine di modelli, con movimenti automatici o al quarzo. I quadranti erano arancioni, luminosi, color oliva o peltro, o nel tradizionale colore nero, con dimensioni che variavano da 28 a 42 millimetri.